Sono trascorsi solo cinque anni dalla pubblicazione del mio libro su Marisa Cerani. Una pioniera, indubbiamente, perché vinse il primo titolo italiano ufficiale della Federazione Italiana Scherma, nel 1928, a Treviso. E anche, pensavo, la prima maestra di scherma italiana, diplomata presso l’Accademia Nazionale di Scherma di Napoli. Mi sbagliavo, ed oggi ne faccio ammenda. Ma devo raccontarvi come sono arrivato a scoprire la storia di questa maestra dimenticata.

Tempo addietro sfogliavo “L’Escrime et le Tir”, preziosa miniera di informazioni schermistiche, in un periodo in cui il nostro bollettino federale stentava a decollare, e altre riviste schermistiche nascevano e morivano con frequenza. Trovai, quindi, in francese, un primo articolo in cui si parlava di questa “escrimeuse professionelle italienne”, Melina Guardabascio Vita, che per la prima volta si esibiva in pubblico, a Palermo, la sua città, nientedimeno che di fronte ad Aurelio Greco, fratello dell’ancor più famoso Agesilao. L’articolo è del marzo 1923, e Aurelio solo pochi mesi prima aveva vinto il “duello del secolo”, alla spada, contro Candido Sassone, ferendolo al braccio.

Sulla stessa rivista, nello stesso anno, ho letto di Melina altre due volte: a maggio, quando scrive una lettera aperta per lanciare una sfida cortese a Rosetta Mangiarotti, la moglie del Maestro Giuseppe, allora campione italiano dei professionisti. Un articolo apparso su “Lo Sport Illustrato” affermava che se mai si fosse disputato un campionato di spada femminile in Italia, Rosetta non avrebbe avuto rivali: Melina si offriva di dimostrare il contrario, sfidandola in un match a venti colpi.
Infine, a giugno, si diceva ancora della sua bella esibizione a Bologna, misurandosi con maestri del calibro di Candido Sassone e Giovanni de Paoli, e tenendo due brillanti conferenze, sullo sport in generale, e sull’importanza della scherma per il sesso femminile. E si preannunciava la sua partenza per l’Argentina.
Poi, più nulla sui giornali italiani o francesi, e quindi lasciai la faccenda in sospeso, e quasi me ne dimenticai.
Qualche settimana fa, però, un messaggio di uno storico argentino, Agustin Eduardo Wieckiewicz, di cui trovate foto e note biografiche in fondo all’articolo, ha risvegliato tutto il mio interesse. Agustin chiedeva a me un contributo alle sue ricerche: contributo che c’è stato, ma è assai misero, in confronto a quello che ha fatto lui: una ricerca ampia e completa sulla storia di questa schermitrice italiana, che certamente stimolerà futuri approfondimenti. Mi ha poi inviato il pdf del suo libro, che in Argentina sarà anche stampato, autorizzandomi a condividerlo (trovate il link in fondo all’articolo): è in spagnolo, ma non avrete problemi a tradurlo con Google o altri programmi adatti. Qui vi anticipo solo alcuni dati di particolare interesse.
Per incominciare, il mio primo errore, che nessuno aveva notato: ben prima di Marisa Cerani, e precisamente il 2 giugno 1922, Guardabascio Vita Melina si è diplomata Maestra presso l’Accademia Nazionale di Napoli. Melina è il diminutivo del suo vero nome, Carmela, e di cognome faceva Vita, sposata Guardabascio. Il marito era un abile cavallerizzo, e seppe farsi notare anche lui: ma questa è un’altra storia.
Rosetta Mangiarotti rispose accettando la sfida di Melina.

Non ho però ancora trovato notizia sulla stampa dell’esito suo match. Nelle memorie di Giuseppe c’è il curriculum di Rosetta, in cui risulta che avrebbe vinto il confronto, che si è svolto a Palermo: presumibilmente tra settembre e ottobre, perché nel 1923 Melina parte col marito per Buenos Aires in novembre, e arriva ai primi di dicembre. Spero che nei giornali locali, in particolare a Palermo, si trovi traccia dell’evento: in Argentina Melina si proclamò campionessa italiana e mondiale, forse per via di esibizioni precedenti e non ufficiali all’estero, di cui prima o poi si troverà traccia.
Lascio alla penna – o alla tastiera – di Agustin la descrizione delle sue vicissitudini in Italia, con i suoi difficili inizi, e in Argentina, dove non si limitò solo alla scherma: continuando la tradizione di famiglia, avviò un pastificio che ebbe un buon successo. Seppe guadagnare l’onore della cronaca in varie occasioni, destando scalpore, ma poi fece un passo falso, sfidando a duello il noto maestro Galimi, che non accettò. I tempi non erano ancora maturi. E tuttavia il suo lavoro da insegnante continuò, e fu apprezzato. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Avellaneda, dove Agustin le ha trovate, riportando alla luce la sua memoria.
Posso aggiungere che il suo Maestro fu un certo “Professor Pinto”. Non conoscendone il nome, ho scavato un po’, ed è venuto fuori che i Pinto hanno dato alla scherma vari maestri, di cui vi propongo le foto tratte dall’archivio Mangiarotti.
Il capostipite, Maestro Francesco Pinto, ebbe due figli, Giuseppe e Giulio, fra i migliori a cavallo del secolo, e fu il nonno di un altro Francesco, figlio di Giuseppe, che penso debba essere il “Professor Pinto” maestro di Melina. Le foto che seguono, e gli appunti a mano o dattiloscritti di Mangiarotti, compongono un altro bel frammento della scherma siciliana, sempre ricca di talenti e tradizione.

Il capostipite, Francesco Pinto, padre di Giuseppe e Giulio.

Giuseppe e Giulio Pinto, figli di Francesco, fra i migliori maestri palermitani tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX.



Quasi certamente è stato quest’ultimo, Francesco, il nipote, il “Professor Pinto”, il maestro di Melina Vita Guardabascio. In proposito, vi invito a leggere sul libro di Agustin come i due, insieme e con l’aiuto del Re, in visita a Palermo, riuscirono a vincere la feroce resistenza del padre di Melina, che non voleva assecondare il desiderio della figlia.

In conclusione desidero ringraziare ancora Agustin Eduardo Wieckiewicz, che mi ha fornito, e spero che continuerà a fornirmi, notizie su vari schermidori italiani che hanno illustrato la nostra scherma in Argentina: nomi come Eugenio Pini, Nedo Nadi, Enrico Lancia Di Brolo, Ernesto De Marinis, Agesilao e Aurelio Greco, Erminio Eccheri, … fino alla nostra Melina Vita Guardabascio. Come lui stesso afferma, il libro non è un punto di arrivo, ma il punto di partenza per ulteriori ricerche, di cui gli siamo grati.
Articolo di Giancarlo Toràn
Qui di seguito la foto e le note biografiche di Agustin Eduardo Wieckiewicz.

Agustin Eduardo Wieckiewicz (Avellaneda 1983) è un professore di storia che insegna nelle scuole medie e superiori. Parallelamente si dedica alla ricerca, con particolare interesse per il suo Partido (Comune). Da diversi anni lavora in modo indipendente al Cimitero Municipale di Avellaneda, ricostruendo storie dimenticate a partire dalle informazioni fornite dalle lapidi e dalle targhe commemorative. Così, nel 2023 ha pubblicato “Catalina y el Cementerio de Avellaneda” (Catalina e il cimitero di Avellaneda) sulla tomba più antica della necropoli e nel 2024 “Molnar, Héroe del Ascenso, Héroe de la Vida” (Molnar, eroe dell’ascesa, eroe della vita) su un ex calciatore che lavora come responsabile in un padiglione. Inoltre, è molto interessato a far visitare il cimitero per il suo valore patrimoniale, creando a tal fine una mappa interattiva, unica nel suo genere in Argentina (e per la quale ha ricevuto una menzione dal Fondo Nazionale delle Arti).
La scoperta del Pantheon dove riposano le spoglie di Melina Vita de Guardabascio lo ha spinto a indagare sulla sua vita e sul suo lavoro; il risultato sarà un libro intitolato “LA ESGRIMISTA. Melina Vita de Guardabascio”, che è in fase di completamento.
Qui il link per scaricare il libro in lingua originale:
WIECKIEWICZ LA ESGRIMISTA VERSION DIGITAL


